Project Description
Apporto alimentare, innovazione e redditività
La Fattoria della Fondation Bethléem è un centro agro-pastorale avviato nel 1998 per rispondere al fabbisogno alimentare del Centro di accoglienza per bambini orfani e malnutriti. Oltre all’obiettivo produttivo, l’attenzione all’innovazione e allo sviluppo agricolo delle zone rurali ha favorito l’introduzione di attività educativo-formative rivolte a giovani non scolarizzati, ad agricoltori e allevatori.
Oggi la Fattoria collabora con l’ufficio progetti per la realizzazione delle formazioni agro-pastorali previste dagli interventi progettuali e coopera con numerose realtà locali tra cui il Centro Nazionale di Formazione Zootecnica e Alieutica di Maroua, l’Istituto Regionale d’Agricoltura di Maroua, il Centro di Formazione per lo Sviluppo Territoriale di Guider, le Scuole Agricole Famigliari e i centri avicoli di Maroua.
Allevamento
L’allevamento è il principale settore produttivo del centro agro-pastorale della Fondation Bethléem. Negli anni, grazie ad interventi finanziati da organizzazioni e enti internazionali e nazionali (Università di Milano, Manos Unidas, UNDP) è stato possibile introdurre una diversificazione del capitale zootecnico ed investire sul miglioramento delle performance produttive al fine di favorire l’autofinanziamento delle attività e aumentare la sicurezza alimentare degli ospiti del Centro di accoglienza.
Purtroppo le difficoltà strutturali e il forte caldo della stagione secca influiscono negativamente sul rendimento di alcuni capi di bestiame. Inoltre, la permanenza del settore informale ostacola la creazione di un circuito di vendite stabile.
La fattoria comprende:
Allevamenti per la vendita e il consumo interno: maiali, galline ovaiole, conigli
Allevamenti per il solo consumo interno: zebu, capre, pecore
Animali da fatica: asini, cavalli
Attività agricola
In zona saheliana le condizioni climatiche avverse e la scarità di acqua sono un forte freno per la produzione agricola; anche per la Fondation Bethléem questo settore è poco competitivo e potenzialmente sviluppabile.
Accanto alla tradizionale produzione di miglio, ortaggi locali (gombo, ibisco da foglia, sesamo da foglia) e piante da frutto come limoni e papaya, alcuni finanziamenti progettuali, realizzati in collaborazione con la ONG italiana ACRA, hanno permesso l’introduzione di colture innovative che ben si adattano ai climi tropicali:
un piccolo bacino per la coltivazione della spirulina, alga con la quale si ottiene un integratore alimenatre ricco in vitamine e sali minerali
un impianto di Moringa Oleifera per la produzione di un integratore alimentare ottenuto per sminuzzamento delle foglie e utile a combattere la malnutrizione e prevenire gli handicap da essa causati. Le foglie possono anche essere utilizzate per la prepazazione della salsa da accompagnare con la polenta di miglio.